A seguito dell’emergenza “coronavirus” (COVID-19) che sta invadendo l’intero panorama mondiale, ho pensato di scrivere questo breve articolo per chiarire, una volta per tutte, la questione delle mascherine monouso utilizzabili come dispositivi di protezione individuale (DPI) per le vie respiratorie in questa situazione di estrema emergenza. Le opinioni, soprattutto nei social network, sono spesso estremamente discordanti e senza basi scientifiche. Tali opinioni provengono, purtroppo, anche da persone autorevoli e di grande visibilità mediatica. Per questo motivo ho pensato di dire la mia, sulla base dell’esperienza maturata in questo settore, per evitare di generare situazioni ancora più compromettenti e pericolose dettate dalla mala informazione.
Iniziamo a fare un po’ di chiarezza partendo dalle tipologie di prodotti presenti sul mercato specificandone il campo di applicazione.
• MASCHERINE IGIENICHE
• MASCHERINE CHIRURGICHE
• MASCHERINE IN TESSUTO
• MASCHERINE “FAI DA TE”
• SEMIMASCHERE FACCIALI FILTRANTI
Le MASCHERINE IGIENICHE non sono dei DPI e non sono state concepite per proteggere l’individuo da agenti nocivi.
Il loro utilizzo è destinato alla protezione dei prodotti e degli alimenti da possibili contaminazioni dovute agli operatori, pertanto non ha alcun senso utilizzarle.
Le MASCHERINE CHIRURGICHE non sono DPI, malgrado un’ ordinanza del 17 Marzo le abbia classificate come tali per ragioni contingenti, e servono, in ambito medico, a proteggere il soggetto da contaminazioni esterne, pertanto, nel nostro caso, avrebbe senso farle indossare solamente ad individui già contaminati al fine di evitare il diffondersi di agenti patogeni all’esterno aumentando le occasioni di contagio.
LE MASCHERINE IN TESSUTO non sono assolutamente dei DPI e non garantiscono alcuna protezione.
Le MASCHERINE “FAI DA TE” sono assolutamente inaccettabili e non meriterebbero nemmeno di essere menzionate.
Arriviamo quindi alla conclusione che le uniche utilizzabili come dispositivo di protezione per le vie respiratorie sono le SEMIMASCHERE FACCIALI FILTRANTI.
Quest’ultime sono le uniche considerate dispositivi di protezione individuale e si suddividono in tre categorie:
FFP1: facciali filtranti con bassa separazione contro particelle solide non nocive (efficienza filtrante minima 78 %)
FFP2: facciali filtranti con media separazione contro particelle solide e liquide tossiche (efficienza filtrante minima 92 %)
FFP3: facciali filtranti con alta separazione contro particelle solide e liquide tossiche (efficienza filtrante minima 98 %)
Dalla descrizione delle caratteristiche si evince che, nel caso specifico della protezione dal COVID-19, le uniche mascherine che possano garantire un’adeguata protezione sono le FFP2 e le FFP3.
Preciso che queste vengono fabbricate con o senza valvola.
La valvola facilita la respirazione di chi l’indossa, ma allo stesso tempo favorisce l’uscita di agenti biologici all’esterno, per questo motivo non devono essere utilizzate in questa specifica situazione.
Ricordo, poi, che sono dotazioni monouso (durata c.a. 8 ore, un turno di lavoro) e non esistono metodi per poterle sanificare senza perdere il potere filtrante.
Concludendo ribadisco, quindi, che le uniche dotazioni utilizzabili sono le semimaschere filtranti FFP2 o FFP3, da indossare correttamente in modo che aderiscano bene al volto e gettarle dopo l’uso.
Spero di esservi stato utile ed aver chiarito una volta per tutte questo aspetto ampiamente dibattuto.
Un caloroso abbraccio, virtuale.
Samuele Minelli
Responsabile del servizio prevenzione e protezione